Lorenzo D'Errico confessa l'omicidio del padre: «Ma non l'ho fatto per l'eredità»
È finito con una piena confessione il caso di Carmine D'Errico, il pensionato 65enne ucciso presumibilmente tra il 30 e il 31 dicembre scorsi e trovato cadavere in un capannone dismesso a Cerro Maggiore da dei ragazzi che stavano girando un videoclip. Il figlio Lorenzo D'Errico, dopo un primo interrogatorio in cui aveva fatto scena muta e un secondo in cui si era interrotto a metà racconto, ha finalmente confessato l'omicidio. Secondo quanto riferito dal 36enne, l'aggressione sarebbe avvenuta non per l'eredità, ma per il rapporto teso che aveva col genitore. Carmine era vedovo e malato di un tumore incurabile e i suoi ultimi anni di vita sarebbero stati segnati da profondi disaccordi nella convivenza col figlio.
Subito dopo l'omicidio, Lorenzo aveva costruito un teatrino dell'assurdo definito da alcune testate giornalistiche "da fiction": non solo aveva acconsentito a una lunga intervista rilasciata alla trasmissione "Chi l'ha visto?" diventata poi virale, ma, frustrato dalla situazione, aveva anche caricato un video su Facebook in cui si era sfogato contro i suoi detrattori. Per assicurarsi l'impunità aveva simulato la fuga del padre, usato l'auto della sua ragazza - che in quel momento si trovava all'estero - per disfarsi del cadavere e cambiato cellulare. Il delitto è avvenuto nella villa dove i due erano residenti ed è stato commesso con 40 martellate. Il corpo, una volta adagiato all'interno del capannone, fu anche dato alle fiamme. Le incongruenze nei primi racconti del carnefice sono state sottolineate in questo articolo.