Omicidio di Naima Zahir: il marito ha confessato

Il 45enne Massimo Cannone ha reso piena confessione nel commissariato di Lentini (SR) per l'omicidio della moglie Naima Zahir, uccisa sabato sera nella loro casa di via Ronchi. Il movente sarebbe riconducibile alla gelosia e a frequenti litigi fra i due, anche se, come spesso accade nei casi di femminicidio, l'unica ricostruzione che rimane dopo il dramma è quella dell'assassino.

Il caso aveva fatto discutere per via della reticenza di Cannone, che aveva riferito agli inquirenti di aver trovato la compagna distesa sul letto e di avere estratto dal suo collo un coltello per cercare di rianimarla. Una versione che agli occhi della Procura era sembrata inverosimile, proprio per questo era stata anticipata l'autopsia a ieri sera. Una volta accertata la morte violenta della donna e dopo aver ricostruito il caso, il marito ha confessato.

Naima Zahir aveva 45 anni ed era originaria del Marocco, secondo l'esame autoptico è stata uccisa con un coltello da cucina di 20 centimetri. Cannone, che fino a ieri aveva sostenuto di essere estraneo alla tragedia con frasi come «Ha fatto tutto da sola», è stato trasferito nella casa circondariale più vicina ed è a disposizione dell'autorità giudiziaria.

Autore: Davide Ronca

Dottore in giurisprudenza con un master in scienze forensi e uno in scienze criminologiche. Giornalista dal 2007, è da sempre attivissimo sul web per portare un'informazione di qualità.