L'ora esatta del decesso può essere stabilita con un'analisi dell'RNA
Abbiamo più volte visto che in molti casi di cronaca giudiziaria l'ora del decesso di un cadavere viene perlopiù stabilità sulla base della rigidità cadaverica, del peso e raffreddamento del corpo, della comparsa di macchie ipostatiche, del contenuto dello stomaco e della presenza di insetti infestanti. Peraltro si tratta di perizie che non sempre vengono svolte come nel caso dell'omicidio di Garlasco che vide l'accusa talmente in difficoltà da essere costretta a cambiare l'orario della morte tre volte.
Un altro metodo su cui si è discusso di recente ma che sembra sconosciuto a molti è l'analisi delle ciglia nasali: dopo uno studio effettuato su 100 cadaveri il ricercatore Biagio Solarino e alcuni suoi colleghi dell'università di Bari hanno dimostrato che le suddette si muovono fino a 20 ore dalla morte.
Ma la scoperta che ha fatto più scalpore nell'ultimo periodo, frutto di un'unione di atenei spagnoli e portoghesi, è stata quella per cui il momento del decesso può essere stabilito con un'analisi sui geni tramite prelievi di tessuti svolti entro 30 ore.
Pedro G. Ferreira e il suo staff hanno analizzato 7.105 campioni di 36 differenti tessuti prelevati da 540 cadaveri di cui era nota l'ora del trapasso e hanno effettuato il sequenziamento dell'RNA a intervalli regolari. In questo modo i ricercatori hanno scoperto che i tempi di gradazione dell'RNA, con conseguente blocco della trascrizione dei geni, variano da tessuto a tessuto da 17 minuti a circa 30 ore.
Non è tutto, gli scienziati hanno notato qualcosa di particolarmente curioso: nelle ore immediatamente successive alla morte è stato notato un aumento della trascrizione dei geni fino a 4 ore dal decesso, una scoperta che fa riflettere perché a quanto pare alcuni geni per un certo periodo rimangono attivi dopo la morte.
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